
Le Imprese dei Samurai RONIN di Orvieto
29 lunedì Feb 2016
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29 lunedì Feb 2016
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in23 martedì Feb 2016
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L’evento atteso da tanto tempo ed annunciato in piazza nei mesi scorsi da Fochetto si è compiuto.
Filippetti è stato “espulso” dal PD come ha titolato la civetta de La Nazione.
Come avete visto la notizia ha avuto effetti immediati già ieri sulla borsa di Milano che ha segnato una vera carica del Toro.
Ho potuto così assaporare un privilegio che tocca veramente a pochi. Assistere al proprio funerale.
Quante telefonate ricevute piene di affetto e solidarietà, ringrazio tutti di cuore.
Ma forse il malato, grave, non sono io , ma il PD di Orvieto , in mano a gente che nega alla radice il significato del termine.
Chi lo dirige dopo aver perso le primarie, aver collezionato il peggior risultato della storia alle amministrative, aver sbagliato tutto alle regionali ancora insiste.
Non so quanto resisterà il “paziente”. Di sicuro la città è privata di un interlocutore fondamentale, la politica si fa con la politica, con le idee , con le proposte, con il confronto.
Tutte cose estranee a questi signori. E’ ora di cambiare verso.
Che un gruppo di amici costituisca un fantomatico “comitato per il Tesseramento”( che in realtà è compito dei segretari di circolo) che si riunisca per decidere chi può essere iscritto o no è surreale.
La nave imbarca acqua, quella dell’economia e della condizione materiale delle persone e si istituisce “l’inquisizione democratica”. Siamo alla farsa che volge in tragedia.
Valentino Filippetti
04 giovedì Nov 2010
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inUna vecchia massima recita che la politica è come la matematica.
Lo hanno sperimentato dal vivo coloro che al congresso comunale del PD di Orvieto hanno cercato di rimettere indietro le lancette della storia.
Questi colleghi hanno abbandonato il percorso unitario che aveva portato ad un documento largamente condiviso ed ad una candidatura unitaria. Una “santa alleanza dei perdenti” ha imposto un candidato funzionale a non meglio identificati equilibri territorial/correntizzi, con il risultato di raccogliere un esito che sancisce la spaccatura dei Democratici Orvietani.
Il risultato è stato “un papa straniero” che ha raccoto 33 voti su 66 aventi diritto con 13 voti ad un altro candidato, 12 schede bianche, 3 nulle e 5 persone che non hanno partecipato alle votazioni.
In barba ai risultati dei congressi di un anno fa e con una prassi di pura cooptazione , è stata definita una direzione comunale che doveva portare ad un risultato scontato: cancellare la parentesi delle primariie e riscrivere la storia.
Una storia dove non c’è posto per il disatro politico amministrativo della gestione Mocio, dove non si deve fare l’opposizione a Concina, dove si tengono paralizzati da un anno tutte le scelte post elettorali.
Ovvero una “santa alleanza dei perdenti”.
Il 50% di questa direzione ha detto di no, ma sappiamo tutti che rappresenta oltre il 75% del PD , come ci hanno certificato i congressi di un anno fà.
Stà ora a questa parte del PD indicare uno sbocco positivo per Orvieto che ha come presupposto l’autonomia politica del nostro territorio. Il nostro declino è iniziato quando accettamo un sindaco deciso chi sa dove, per chi sa quali equilibri e abbandonammo la scelta di candidare Carpinelli , compiuta unanimemente negli organismi dirigenti.
Chi ha voluto imporre di nuovo quella logica, ha raccolto una vittoria di Pirro, irrilevante rispetto ai mezzi messi in campo ed inefficace perchè non ha eletto il segretario ( che fino a prova contraria deve prendere il 50% dei voti piu uno).
Quindi la storia si riscriverà in un altro momento; oggi è il tempo di fare un’opposizione seria, di “governo”, a Concina, ricostruendo l’alleanza di centro sinistra su questo terreno e con chi vuol cambiare veramente le cose ad Orvieto.
La gran parte dei cittadini di Orviettani è consapevole che la giunta di centro destra non è in grado di fare niente, ma non si può certo aspettare sul greto del fiume che passi il cadavere, perchè a passare sarà quello dell’intera città.
La responsabilità quindi per il PD è ancora maggiore anche per i gravi errori compiuti nel passato dalla giunta Mocio.
I congressi comunali hanno chiuso un lunghissimo percorso. ora bisogna far funzionare il partito.
Per curare, accrescere e valorizzare il capitale sociale di questa comunità è necessario attenersi alle ragioni di fondo : essere coerenti con i valori che ispirano il PD, rispettare le regole che ci si è dati e costruire una rete di rapporti che sia trasparente e tracciabile.
Questo, come sappiamo, fino ad oggi non è stato fatto.
I “perdenti” sono così perchè ignorano completamete queste esigenze, mentre per vincere bisogna condividere e praticare questa impostazione.
Banalmente ci vuole coerenza tra il dire ed il fare.
Questa è la scommessa dei Democratici Orvietani sperando che “la santa alleanza dei perdenti” abbia impartato la lezione.
19 martedì Gen 2010
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inCaro Leoni, non fare il paracarro ( in tutti i sensi). Capisco che tu cerchi di parlare a suocera ( il centrosinistra) perchè nuora ( Centrodestra) intenda.
( vedi intervento http://www.orvietosi.it/corsivo.php?id=1643 )
La sinistra, come tu chiami il centrosinistra cosa vuol fare l’ha detto con l’intervento di Germani il 9 dicembre 2009, confermato dagli incontri di coalizione e dalla direzione del PD di qualche giorno fa. Ma voi di centro destra cosa ne pensate, oppure piu’ semplicemente tu cosa ne pensi ?
Tu vai ripetendo che l’accordo deve essere tra le forze politiche e non riproponendo una improbabile “maggioranza degli uomini e delle donne”
che già abbiamo sperimentato.
Ebbene il PD quello che vuole l’ha detto e ribadito. Ma il PDL ( esiste?) cosa dice di queste proposte.
Finora procedete a zig zag su improbabili conteggi sulla campagna acquisti, cene di ex democristiani, siparietti con ex di turno e proposte strampalate come il patto con Roma.
Il patto va fatto per Orvieto e con Orvieto. Siete in grado di confrontarvi su questo, mettendo da parte lottizzazioni, calanchi e spezzatini del casermone?
Attendiamo fiduciosi le risposte.