Pubblicato da Valentino Filippetti | Filed under Articoli, Iniziative
Presentazione del libro Eretico Futuro a lo Scalo di Orvieto
19 martedì Ott 2021
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inPresentazione Eretico Futuro per una storia di una sinistra che verrà / Orvieto
Proclamazione a Sindaco di Parrano 2021
19 martedì Ott 2021
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Transizione Valentino Filippetti
15 mercoledì Set 2021
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ERETICO FUTURO di Valentino Filippetti
17 sabato Lug 2021
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Premessa
Da dove viene la sconfitta del movimento operaio
Valentino Filippetti
Spesso ci chiediamo dove la sinistra abbia sbagliato o quanto
meno quando abbia perso i contatti con la realtà.
Ma forse dovremmo chiederci perché la destra sia arrivata prima a capire e ad interpretare quello che stava succedendo.
Ovvero le questioni della conoscenza, della classe dirigente, delle esperienze.
Nella mia navigazione ci sono stati alcuni incontri con
persone e pubblicazioni che hanno contribuito a maturare
una visione della società e dell’impegno politico profondamente diversi da quelli vissuti in gioventù. Sicuramente l’esperienza più proficua è stata con il gruppo che si formò
attorno al Dipartimento comunicazione di Rifondazione comunista del quale facevano parte Gianfranco Nappi, Roberto Di Matteo, Michele Mezza (con i quali la collaborazione
continuò nei Comunisti unitari in MediaEvo e NetWork.
La prima citazione riguarda i lavori dell’Ufficio di Ricerca
Scientifica e di Sviluppo del Governo degli Stati Uniti d’America diretto da Vannuvar Bush che operò a metà degli
anni Quaranta del secolo scorso.
A mio avviso lì si gettarono le basi che hanno permesso
agli Americani di vincere la sfida che si stava profilando alla
fine della seconda guerra mondiale con il nuovo protagonista della scena mondiale: l’Unione Sovietica.
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Questo gruppo di intellettuali e tecnici capì che si doveva trovare una soluzione alla forza del movimento operaio.
Una forza che contava perché era parte fondamentale della
produzione industriale di stampo taylorista e grazie al movimento socialista era diventata potenza.
Quaranta anni di studi e ricerche che hanno creato le
premesse per rendere inoffensivo politicamente il ruolo dei
lavoratori della grande industria.
Qui pubblichiamo una lettera di Vannuvar al presidente
Roosevelt che segnala l’avvio di questo lavoro.
L’epilogo di questa vicenda ce la racconta un’intervista di
Michele Mezza a Nikolaj Ivanovič Ryžkov, Primo Ministro
dell’URSS dal 1985 al 1987. Ryžkov racconta che Andropov
appena nominato Segretario Generale del PCUS riunisce
nel 1982 un gruppo di giovani dirigenti sovietici (Ryžkov,
Licaciev, Aliev, Agambengyan, e Gorbaciov) e gli racconta
che nel 1975 aveva fatto un rapporto a Breznev dicendo che
in America “aveva preso avvio un nuovo modello di sviluppo economico basato su una forte automazione delle attività
cognitive, grazie alla diffusione del computer individuale”.
Andropov guardando il calendario fece notare che erano
passati sette anni e che quindi ormai la battaglia era persa. Si
trattava di trasformare la sconfitta in una ritirata strategica.
Come sappiamo non fu una ritirata ma vero e proprio
rompete le righe.
La rottura dei vecchi equilibri unita alla forza delle nuove tecnologie ci ha dato un mondo “globalizzato” dove è
cresciuto a dismisura il peso e l’influenza di pochi gruppi
economici e di potere che hanno abbandonato qualsiasi
cautela e riserva pur di ottenere quello che volevano, fino
ad organizzare colpi di Stato e alimentare guerre in tutto il
pianeta.
Questo processo ha avuto un’accelerazione enorme dalla
rivoluzione informatica e digitale.
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Abbiamo conosciuto cosi la globalizzazione, animata e
sostenuta dall’idea che tutti potevano fare tutto: viaggiare,
arricchirsi, dominare la natura e alterare la vita stessa.
La sinistra in gran parte è stata risucchiata in questo gorgo o ha risposto con un armamentario ideologico e pratiche
politiche ormai superate.
Le poche occasioni in cui si sono squarciate le nubi come
con il convegno di Rinascita del 1962 sulle Nuove Tendenze
del Capitalismo, o dalle esplosioni del 1977 o al G8 di Genova sono state censurate o represse.
Altro incontro importante è quello con Christian Marazzi un economista che con il suo al posto dei calzini è tra i
primi a metà degli anni Settanta a cogliere il cambiamento
profondo in atto.
Con Sergio Bellucci ho scoperto la portata del digitale
e soprattutto come è cambiato il lavoro nella situazione attuale. Il suo concetto di lavoro implicito ha introdotto un
approccio completamente diverso creando le premesse per
uscire dalle secche in cui è arenato il movimento sindacale.
E per finire un intervento di Luca Cangeni che immagina
un nuovo blocco politico militare come emerge dal documento Asymetric Competition: A Strategy for China & Tecnology Actionable Isights for American Leadership.
Questi “incontri” sono avvenuti mentre mi sono trovato
a lavorare in diversi partiti di sinistra o centro sinistra, da Rifondazione comunista ai Comunisti Unitari, dai Democratici
di Sinistra al Pd e per finire a Patria e Costituzione.
Pubblico documenti e incontri a cui ho partecipato direttamente e che per me hanno rappresentato una serie di
occasioni mancate.
Non si può dire che nessuno avesse capito cosa stava
accadendo, come cambiava la società e la politica. Le due
vicende più eclatanti sono state l’abbandono di Bertinotti e
del Manifesto del progetto di tv digitale e satellitare per re-
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alizzare il quale fu costituita la società Compagnia Multimediale spa e la liquidazione dell’associazione Tematica e Telematica dei Ds NETWORK che nei contenuti e nel modo
di funzionare anticipava di venti anni il fenomeno Cinque
Stelle.
Proprio oggi che siamo a un tornante decisivo dove avanza una transizione e il vecchio potere è messo in discussione, ma senza che si delinei il nuovo ponte di comando, può
essere utile ripercorrere queste esperienze.
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